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E' disponibile il seguente link alla piattaforma eventbrite per prenotare la visita al Museo della Rappresentazione :
Prenotazione
Il Museo
“Un museo è un’istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo.
È una realtà, aperta al pubblico, che compie ricerche che riguardano le testimonianze materiali e immateriali dell’umanità e del suo ambiente.”
Il museo fa parte del Sistema Museale d’Ateneo (SiMuA), insieme coordinato di strutture destinate alla classificazione, salvaguardia e valorizzazione del patrimonio culturale e scientifico dell’Università di Catania.
Il MuRa ha come obiettivo il potenziamento delle attività di didattica e di ricerca del DICAR con l’introduzione di tecnologie innovative volte alla rifunzionalizzazione e comunicazione del patrimonio storico, scientifico e culturale dell’Ateneo e del territorio. A tal fine sono stati istituiti al suo interno i seguenti laboratori a supporto delle finalità del museo:
R3D_LAB - Laboratorio di Rilievo, Rappresentazione e Ricostruzione Digitale |
Ubicazione: Villa Zingali Tetto, via Etnea 742, piano rialzato Responsabile: Prof.ssa Cettina Santagati Gruppo di lavoro:
Descrizione Il Laboratorio di Rilievo, Rappresentazione e Ricostruzione Digitale è stato istituito nel 2018 presso il Museo della Rappresentazione con la finalità di supportare le attività di ricerca e di didattica del MuRa, dei musei del SiMuA (Sistema Museale di Ateneo) e dei corsi di Studio del DICAR con sperimentazioni che spaziano dal rilievo 3D alla modellazione e ricostruzione digitale per la fruizione mediante tecniche di extended reality (Realtà Virtuale, Aumentata e Mista). Le attività sono prevalentemente rivolte alla conoscenza, la tutela e la valorizzazione del patrimonio documentale del MuRa (fondo Fichera/Piranesi), dei musei e delle collezioni di ateneo e del territorio. Dotazioni strumentali:
Attività: Didattica:
Ricerca:
Conto terzi: 2023 - CONVENZIONE IN CONTO TERZI con il comune di Catania nell’ambito del progetto– “Castello Ursino – OpenUrsinoData OUD” - PO FESR Sicilia 2014-2020 – Azione 6.7.2 – Avviso pubblico approvato con D.D. n. 5459 del 06/11/2017 Attività di Terza Missione Da quando è stato istituito, il laboratorio è attivamente coinvolto nelle attività del MuRa, fornendo supporto alla didattica museale, organizzando e partecipando a Conferenze, workshop, eventi pubblici, presentazioni, con la finalità di valorizzare i prodotti della didattica e della ricerca prodotti. |
Laboratorio Strumenti per il Progetto di Architettura (lab sPrA) |
Ubicazione: Museo della Rappresentazione – Villa Zingali Tetto Responsabile: Simona Calvagna Descrizione: Il Laboratorio sPrA è uno spazio dedicato alla didattica del progetto di architettura e di paesaggio. Mette a disposizione spazi di lavoro e strumentazioni per la realizzazione di maquettes (modelli fisici) e per la sperimentazione plastico-spaziale alle diverse scale (architetture, città e paesaggi) finalizzata alla verifica delle idee in fase di progetto e alla comunicazione finale delle soluzioni adottate. In linea con la mission del MuRa, di cui il laboratorio sPrA è uno dei due “bracci operativi” (insieme al suo complementare R3D_LAB - Laboratorio di Rilievo, Rappresentazione e Ricostruzione Digitale), il campo di applicazione prevalente delle attività che si conducono al suo interno è quello del progetto per la valorizzazione del patrimonio culturale locale. Lo strumento della maquette è anche a servizio della promozione delle collezioni del MuRa (fondo Fr. Fichera e G. B. Piranesi): i lavori condotti durante i laboratori con varie scuole della città sul tema dello “spazio piranesiano”, esposti nelle sale del Museo, ne sono un esempio. Il laboratorio si trasforma, in occasione delle visite aperte al pubblico, in uno spazio espositivo. Gli spazi di lavoro diventano spazi espositivi che hanno l’obiettivo di far immergere il visitatore nel mondo delle relazioni tra progetto di architettura e maquette. Dotazioni Strumentali: Piccoli elettroutensili per il modellismo di architettura Proxxon- Sega da traforo a 2 velocità Proxxon – Trapano fresatore Proxxon – Traforo da taglio termico Kemper- Tagliapolistirolo portatile professionale con archetto, lama lung a e corta Proxxon – Micropistola ad aria calda Proxxon - Set saldatura a gas Proxxon - Levigatrice a nastro con batteria Proxxon – Utensile da taglio termico con barrette da taglio sagomabili a mano Set fotografico composto da Nanlite FS-300 Kit 2 Led Spot Daylight Portafondale Godox con fondale in carta bianca Attività Didattica e di Ricerca: Il laboratorio è dedicato alle esperienze interne di ricerca e di didattica del DICAr. Intensamente vissuto dagli studenti dell’ateneo catanese, con particolare riguardo a quelli frequentanti i corsi di studio del DICAr, non solo per svolgere al suo interno lezioni o seminari e attività di laboratori progettuali, è utilizzato dagli stessi per frequentare tirocini curriculari durante i quali è possibile collaborare agli allestimenti, alle visite guidate e alla realizzazione di laboratori, o per elaborare le proprie tesi di laurea contribuendo a popolare i contenuti e il patrimonio di conoscenza del museo. Attività di Terza Missione: Il laboratorio persegue un ulteriore obiettivo, che è quello di promuovere attività rivolte al territorio quali workshop e seminari di studio nell'ambito dei corsi istituzionali del DICAR, nonché collaborazioni con enti esterni, nello specifico:
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Essi sono aperti alle esperienze interne di ricerca e di didattica e allo stesso tempo a dialoghi di interesse comune con enti esterni, che trovano come campo di applicazione il patrimonio culturale locale.
Villa Zingali Tetto
La villa venne commissionata nel 1926 all’Ingegnere e Architetto Paolo Lanzerotti dall’Avvocato Paolo Zingali Tetto, che la abitò fino alla morte nel 1969. Paolo Lanzerotti collaborò con Gaetano D’Emanuele per la realizzazione dell’apparato decorativo di soffitti e pareti e con Salvatore Gregorietti per la realizzazione delle vetrate del giardino d’inverno.
La Villa e parte del suo contenuto furono lasciati per testamento all’Università di Catania come abitazione pro tempore a titolo gratuito per il Rettore, senza però che questi vi si stabilisse effettivamente. Solo nel 1975 l’Università è entrata pienamente in possesso della Villa, con il piano nobile (il primo piano, in cui si trovano le stanze di rappresentanza e la camera padronale) sede della direzione dell’Opera Universitaria e, successivamente, il piano rialzato occupato dal CCR - Consorzio Catania Ricerche, oggi CBD - Centro Biblioteche e Documentazione.
Nell’ambito del progetto Coordinato Catania-Lecce, nel 1996, sono stati finanziati i lavori di restauro e rifunzionalizzazione, per essere adibita a Laboratorio e Museo della Rappresentazione. Il progetto fu affidato all’Ufficio Tecnico dell’Università; nel 1999 iniziarono i lavori.
Nel 2012 la struttura viene riacquisita dall’Ateneo di Catania che la lascerà inattiva sino al 2015 anno in cui, nell’ottica di sistematizzare i 22 musei di pertinenza dei singoli dipartimenti, istituisce nel 2015 il Sistema Museale di Ateneo.
Fondo Francesco Fichera
Il fondo Fichera, composto da circa 1600 tavole di progetto, tra originali e copie eliografiche, fu donato dalla famiglia dell’architetto Francesco Fichera all’Istituto Dipartimentale di Architettura e Urbanistica (IDAU) dell’Università di Catania nel 1976.
Francesco Fichera (Catania, 1881-1950) è stato un ingegnere ed architetto catanese, eclettico, storicista, tradizionalista, classicista, accademico; una figura tutt’altro che facilmente classificabile, in quanto segue linguaggi differenti. È stato un progettista alla ricerca di uno stile moderno, inteso come continuità storica con il passato e le generazioni precedenti.
L’esposizione viene suddivisa in due sale, stilisticamente molto diverse, con aree tematiche differenti.
Nella prima sala, in cui prevalgono i colori scuri del legno e della pittura, sono esposte delle opere ad uso privato che Fichera progettò nel corso della sua vita. Alcune di queste sono state commissionate da privati, altre furono invece progettate per uso personale. Solo alcune sono state realmente realizzate, altre sono rimaste solo in forma progettuale.
Anche nella seconda sala, dove tornano i colori chiari già visti nella sala Catania, le opere non sono raggruppate in ordine cronologico, bensì in base alla tipologia. Si tratta di opere di carattere pubblico, commissionate da privati o da enti pubblici, comprendenti anche scuole, edifici per lo spettacolo, monumenti e borghi.
Le tecniche utilizzate da Fichera per rappresentare i suoi progetti sono diverse:
- matita (e china) su carta da lucido o carta quadrettata;
- china su carta da lucido;
- grafite e matite colorate su carta da lucido;
- inchiostro di china e acquerello su carta quadrettata.
Fondo Giovanni Battista Piranesi
Il fondo Piranesi si compone di 1048 tavole di incisioni e 187 tavole di testo, provenienti dalla Calcografia Reale di Roma (come dimostra il timbro apposto), comprendenti incisioni di Giovanni Battista Piranesi e del figlio Francesco.
Questo patrimonio è da mettere in relazione con l’attività svolta da Carlo Alberto Petrucci, Direttore della Calcografia dal 1933 al 1960, il quale, prima della guerra, proseguì la tradizionale attività dell’Istituto di donativi ad Enti Pubblici distribuendo numerose stampe per arredare gli uffici periferici dello Stato. La collezione destinata a Catania, inviata proprio a Francesco Fichera, allora direttore dell’Istituto di Ornato e di Architettura dell’Ateneo di Catania, venne custodita in gran parte presso lo stesso Istituto.
Giovanni Battista Piranesi (Venezia, 1720 - Roma,1778) è stato un incisore, architetto e teorico dell’architettura. Trascorre i primi anni della sua vita a Venezia, dove avvia la sua formazione tecnico-ingegneristica e artistica. Nel 1740 si reca a Roma con l’incarico di disegnatore sotto il pontificato di Benedetto XIV e rimane lì per tutta la vita, profondamente affascinato dalle meraviglie di tale città.
La prima sala della visita tratta la fase di apprendistato, caratterizzata da composizioni molto geometriche, precise nella tecnica, nell’uso della linea e della prospettiva, di cui segue pedissequamente le regole.
Nella seconda sala sono esposte alcune incisioni del periodo in cui Piranesi si avvicina al Vedutismo, movimento artistico sviluppatosi in Italia a fine ‘600, che verteva sulla rappresentazione oggettiva e scientifica del paesaggio.
L’ultima sala invece è dedicata alla sua opera più nota, le Carceri d’invenzione, ed ai lavori di restauro di oggetti antichi e di progettazione di elementi d’arredo (modelli di camini, candelabri, orologi da tavolo, vasi…).
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